Non so come iniziare, il mio non è un appello elettorale, non è una chiamata alle armi, né un artificio utile alla dialettica e a poco altro.
Gli eventi di questi anni mi hanno spinto a pensare, a riflettere su ciò che ci circonda , a domandarmi se le cose che accadono ogni giorno sono giuste o sbagliate, e se si può correggere ciò che si ritiene non valido.
Attraversare la città in macchina, camminare per le vie del centro, nei parchi, o guardarla dalle colline, mi ha fatto chiedere se è così che voglio la mia città, e mi ha fatto pensare a come diventerà tra anni, magari 10 o 20, quando gli impegni della vita saranno più duri e pressanti. Tra 10 e 20 anni potrei lamentarmi della mia città, della mia società e dei miei cittadini, ma non ne avrò il diritto, se non avrò provato adesso a cambiarla. E per avere una città più moderna, una società più giusta dove possa trovare qualità della vita, divertimenti, posti sani per mio figlio, ho capito che mi devo impegnare adesso, devo fare uno sforzo di volontà, ritagliare tra il mio tempo libero, per poco che sia, i momenti dedicati alla politica.
La politica fa paura, una parola ormai associata ad affari con regole estranee a quelle del mercato, quello vero, con comportamenti dubbi, legati al potere, alla ricerca del potere, e al mantenimento dello stesso. Ma questa non è politica, questa è l'indole che si è assunta da ormai qualche anno, e dietro l'affermazione ipocrita di rinnovamento e di pulizia, si è cancellato il ruolo del politico e della buona politica.
E così, ha preso piede l'improvvisazione contro la preparazione, la fretta contro la programmazione, l'immagine sulla sostanza, conta il subito e conta adesso, e conta cadere sempre in piedi, possibilmente su una comoda poltrona, non importa quale.
Anche il valore dell'impegno, del credere in ciò che viene proposto e della partecipazione è stato spogliato del suo peso, e la pura e semplice voglia di innovare è stata quantificata in quote giovani, rosa, stranieri.
Se decidiamo che così va bene, che tanto non ci possiamo fare nulla, che mal che vada in centro non ci andrò, che i figli faranno l'università fuori, che alla fine non è poi così male, allora non c'è problema, il sole sorge comunque ogni mattina e la sera arriva puntuale. La cosa che cambia, e di molto, è il come.
Il mondo intorno a noi si evolve ad una velocità indisponente, non ci aspetta, e quando pensiamo di conoscere qualcosa di nuovo allora siamo già indietro, e bisogna aggiornarsi in continuazione. E' il bello della modernità, ti obbliga a non dare nulla per scontato e ad apprendere continuamente, lasciando fresche ed allenate le menti.
Molto spesso, quelle menti appartengono a ragazzi che fanno le cose più disparate, con interessi più diversi e lontani dalla politica, ma che hanno in comune una grande energia, e la passione per le cose che fanno.
A queste persone io pongo una semplice domanda: sei disposto a delegare il tuo futuro a qualcun altro?A qualcuno con meno voglia di te, con meno passione, con meno umiltà? Sei disposto ad accettare qualsiasi politica come ineluttabile? Sei disposto a farti dire che il modo in cui tu pensavi di vivere, la società che vorresti e le innovazioni di cui hai bisogno non sono realizzabili?
Ho sempre odiato le classificazioni, la generalizzazione nascosta nella parola” i Giovani”, diventati merce elettorale, figure da impostare nelle liste per dimostrare apertura e rinnovamento, incaricati di pesi eccessivi al solo fine di vederli scricchiolare sotto problemi troppo grandi per gente meno esperta. A questi politici io dico: volete la nostra freschezza e la volete con data di scadenza. E questo non è giusto.
La vita è fatta di scelte, e la politica non è da meno. Ecco perchè ho ritenuto importante esprimere la mia preoccupazione, ma al contempo la mia voglia di reagire. Siamo la generazione dell'Erasmus e della facilità dei viaggi, di Internet senza misteri e della comunicazione, ci siamo abituati a confrontarci, a cercare di capire meglio chi e cosa stanno dietro alle facciate, a confrontare le idee ed approfondirle con meno intermediari possibili. Allora non possiamo rinunciare ad avere un ruolo in quello che è il canale fondamentale dell'amministrare, ossia la politica.
La lista civica priva di ideologia, ma legata unicamente al progetto di rilanciare la nostra città, il nostro territorio, la lista che da modo a chi ha idee di poterle presentare, elaborare, confrontare, renderle possibili e realizzabili.
Questa lista civica è Nuova Romagna, la sola con il primo obiettivo di slegarsi dalle ideologie, ancorarsi ai problemi reali, e formare una nuova classe politica, che possa fare da laboratorio di idee, e che le possa tradurre in fatti.
Nuova Romagna fornisce la possibilità a tutti i ragazzi e ragazze che vogliono provare a fare politica, li segue e li forma, chiedendo solo di esprimere le proprie idee per guardare sempre avanti.
Non importa se vi impegnerete con noi o con altri partiti, importa che gente sveglia e con a cuore il proprio futuro, decida di impegnarsi, perchè più idee nuove si hanno, più fermento si crea, più possibilità di ottenere cose buone si hanno.
Pensate se ne vale la pena, e pensate anche a noi se vorrete cominciare.
Ciao a tutti.
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